Famiglia

Ohana significa famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato” (Lilo & Stich)

La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sottolinea, fin dal Preambolo, l’importanza della famiglia nella vita di ogni bambino e adolescente, quale “unità fondamentale della società e di un ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli”. Numerosi diritti ruotano, perciò, attorno a questa istituzione: diritto di conoscere i propri genitori e di essere allevato dagli essi (art. 7), diritto di non essere separato da loro (art. 9) e di mantenere rapporti regolari e frequenti con ciascuno di essi (artt. 10 e 11), diritto di trovare sempre e comunque protezione in un ambiente familiare anche qualora, nel proprio superiore interesse, quello di origine non sia idoneo (artt. 20 e 21). Altrettanti doveri incombono, di conseguenza, su coloro che esercitano la responsabilità genitoriale e sullo Stato stesso: dovere dei genitori di dare l’orientamento e i consigli adeguati ai propri figli all’esercizio dei diritti che sono riconosciuti loro dalla Convenzione (art. 5), dovere dello Stato di fare del proprio meglio per garantire il riconoscimento del principio secondo cui entrambi i genitori hanno una responsabilità comune per quanto riguarda l’educazione del bambino o adolescente e il provvedere al suo sviluppo (art. 18), dovere dei genitori  di assicurare le condizioni di vita necessarie allo sviluppo del fanciullo e dello Stato di adottare adeguati provvedimenti per aiutare coloro che esercitano la responsabilità genitoriale ad attuare questo diritto (art. 27).

L’Autorità garante interviene in diversi contesti per assicurare il rispetto e l’attuazione di questi diritti e doveri. In particolare, numerosi progetti e iniziative sono stati attivati per contribuire alla promozione e alla protezione di tali diritti in situazioni particolarmente delicate come nel caso di bambini o adolescenti con famiglie in cui uno o entrambi i genitori sono detenuti, minori che vivono in comunità  o con famiglie affidatarie, care leavers (vale a dire di tutti quei ragazzi che lasciano il sistema di protezione sociale al raggiungimento della maggiore età o del limite di età legalmente fissato). Attraverso visite nei territori, incontri con le istituzioni e con il terzo settore, ascolto di bambini, adolescenti e operatori, convegni e confronti, l’Autorità agisce direttamente e indirettamente sulle diverse politiche familiari e assicura la tutela di tutti quei bambini e ragazzi che sono costretti a confrontarsi con problematiche di diverso genere, all’interno della famiglia d’origine, in quella affidataria o in comunità.

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06/10/2021

Carla Garlatti è stata ascoltata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Nuova indagine Agia sui ragazzi nelle strutture.

“È necessario rafforzare i controlli sulle comunità di accoglienza dei minori”. Ad affermarlo è Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ascoltata oggi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori presieduta dall’onorevole Laura Cavandoli.   

“I pm minorili - dice Garlatti - dovrebbero poter condurre ispezioni non circoscritte alle sole verifiche finalizzate alla dichiarazione di adottabilità ma accertare pure le condizioni di vita e il benessere dei ragazzi, il funzionamento delle strutture, la qualità dell’accoglienza, la dotazione e le competenze del personale e la validità del progetto educativo, come anche auspicato dal Csm. Tale attività dovrebbe essere interconnessa con quelle di regioni e comuni. Il personale delle procure dovrebbe essere potenziato. Per quanto riguarda l’Autorità garante, va precisato che quando vuole effettuare dei sopralluoghi è tenuta a darne preavviso ai gestori delle strutture. È evidente che questa modalità fa perdere efficacia alla verifica”. 

Per assicurare uniformità nel funzionamento delle comunità in Italia e rendere più facili i controlli, secondo l’Autorità garante, le Regioni devono dare esecuzione alle “Linee di indirizzo per l’accoglienza nei servizi residenziali per i minorenni” approvate sin dal 2017 in seno alla Conferenza Stato-Regioni. Inoltre è necessario adottare linee di indirizzo per il tariffario nazionale relativo ai costi dei minorenni in comunità e ai costi di gestione delle strutture: attualmente sono presenti solo macro-voci e mancano indicazioni sulla quantificazione della spesa o sui costi medi dell’accoglienza.  

Risulta indispensabile pure individuare una nomenclatura comune. “Si parla in generale di comunità per minorenni - osserva Garlatti - ma in realtà le categorie e le denominazioni sono tra loro difformi e questo rende difficile il monitoraggio”. Un monitoraggio che l’Autorità garante, negli scorsi anni, ha realizzato attraversi tre raccolte sperimentali, in collaborazione con le procure minorili. Una quarta è in corso e avrà come novità anche il censimento dei bambini e ragazzi allontanati d’urgenza e ospiti delle comunità. Resta il fatto che occorre dare attuazione a quanto richiesto dal Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza rispetto all’esigenza per l’Italia di istituire un registro nazionale dei minorenni privi di un ambiente familiare. 

05/07/2021

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti è stata sentita oggi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”. Garlatti, a proposito delle proposte di riforma del sistema degli affidi all’esame del Parlamento, ha ricordato che l’autorità giudiziaria dovrebbe poter esaminare le vicende caso per caso senza essere sottoposta ad automatismi. “È importante, in ogni caso, che in tutte le fasi del procedimento sia garantito il contraddittorio tra le parti” afferma Garlatti. “Il giudice dovrebbe poi poter ricavare dalle relazioni i fattori oggettivi alla base delle valutazioni espresse dai servizi sociali – che vanno formati ad hoc e rafforzati – e le parti dovrebbero sempre poter leggere le relazioni dei servizi. Lo stesso minore ha diritto di essere ascoltato, sempre che abbia un adeguato discernimento”.

Nei casi d’urgenza previsti dall’articolo 403 del Codice civile, che non va abrogato ma riformato, il provvedimento andrebbe inviato immediatamente al pm minorile e, se ritenuto ammissibile, sottoposto a conferma da parte del tribunale per i minorenni. Garlatti, inoltre, si è detta contraria alla decadenza automatica dell’affido dopo un determinato termine senza che sia previsto uno strumento adeguato a tutela del minore nel caso in cui la famiglia d’origine non abbia superato le problematiche che avevano provocato l’allontanamento. Quanto alle comunità, poi, vanno rafforzati i controlli già in capo alle procure e applicate le linee di indirizzo per l’accoglienza approvate il 14 dicembre 2017 dalla Conferenza Stato-Regioni. “I controlli sono importanti, così come l’applicazione delle sanzioni - ribadisce Garlatti - ma resta fondamentale agire in prevenzione per evitare al minorenne qualsiasi forma di danno”.

L’Autorità garante tiene poi a ricordare che “i minorenni hanno diritto di crescere nella propria famiglia, ma quando questa presenta aspetti disfunzionali l'allontanamento diventa necessario, proprio a sua tutela. In questi casi il minorenne andrebbe affidato a una famiglia e ove questo non sia possibile collocato in comunità”.

Serve infine chiarezza sui dati. Erano 32.185, al 31 dicembre 2017, i minori ospiti delle 4.027 comunità in Italia secondo la terza rilevazione sperimentale effettuata dall’Autorità garante in collaborazione con le procure minorili italiane (la quarta è stata avviata nei giorni scorsi). Per il Ministero delle politiche sociali, invece, sulla base dei dati delle regioni e delle province autonome risultavano ospiti nello stesso periodo 12.892 bambini e adolescenti (sul totale di 27.111 in affido). Una banca dati risolverebbe il problema della non coincidenza dei numeri, aiuterebbe il monitoraggio e la programmazione delle politiche in materia. A tal proposito l’Autorità garante ha suggerito la piena attivazione di quella nazionale dei servizi e degli interventi a tutela di bambini e adolescenti, prevista per legge.

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