Sollecitazione di Carla Garlatti: “I ragazzi chiedono ascolto, farli partecipare non deve essere una concessione”.
Partecipazione
“Le persone possono dirti di tenere la bocca chiusa, ma non possono impedirti di avere un’opinione. Anche se si è ancora molto giovani, non dovrebbero impedirci di dire quello che pensiamo.” (Diario di Anna Frank)
Il diritto all’ascolto è sancito all’art. 12 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, secondo il quale i bambini e gli adolescenti devono essere ascoltati in merito a tutte le questioni che li riguardano. L’attuazione di questo principio contribuisce in modo determinante al passaggio dei bambini e degli adolescenti da “oggetti” a “soggetti” di diritto.
Il diritto alla partecipazione, invece, non è espressamente previsto dalla Convenzione, tuttavia il diritto alla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione e la libertà di associazione e di riunione pacifica vengono considerati direttamente riconducibili ad esso.
L’ascolto deve essere assicurato in tutti gli ambienti di vita del minore: dalla famiglia alla scuola, dal gioco alle attività ricreative, sportive e culturali, alle comunità nelle quali è accolto, dall’ambito giudiziario alle cure sanitarie. Affinché i bambini e i ragazzi possano esprimersi, i processi di ascolto e partecipazione devono essere a loro misura, rispettosi delle loro opinioni.
Per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza la promozione dell’ascolto e della partecipazione di bambini e ragazzi è, dunque, di primaria importanza e le occasioni di confronto diretto rappresentano sempre momenti preziosi e sorprendenti. Sono numerosi i progetti e le collaborazioni attivati proprio per promuovere e garantire l’esercizio del diritto di ascolto e assicurare la partecipazione di bambini e adolescenti in quanto soggetti attivi dei propri diritti.
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