La Consulta dei ragazzi si organizza: “Ecco come lavoreremo”
La Consulta dei ragazzi dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza si è data un assetto. Non solo per “funzionare meglio”, ma anche per lanciare un sistema di lavoro replicabile. Nel Parlamentino dell’Autorità, a Roma, le nove ragazze e gli altrettanti ragazzi tra i 12 e i 18 anni della Consulta hanno presentato alla Garante Filomena Albano i risultati del loro lavoro. Pareri e, insieme, un modello organizzativo. “Il bilancio che ne traggo è positivo – osserva a margine la Garante – e non solo per la qualità, la profondità e l’articolazione delle opinioni espresse, ma soprattutto perché questi ragazzi si sono dati un assetto per far valere, in maniera strutturale, i loro diritti all’ascolto e alla partecipazione”.
Tre gruppi impegnati sui diritti
Tre i sottogruppi operativi della Consulta impegnati su sei aree tematiche in materia di infanzia e adolescenza: benessere, protezione, inclusione, famiglia, partecipazione e inclusione. Le discussioni avverranno, come già oggi, con i criteri della “peer education”, l’educazione tra pari. Definito pure il metodo di voto a maggioranza per l’espressione dei pareri che, sugli argomenti più delicati, può essere segreto.
Un portavoce per ogni argomento
La Consulta ha scelto di avere di volta in volta un portavoce, che cambia a seconda del tema trattato, e un ragazzo o ragazza “peer educator”, con il ruolo di facilitatore, che resta in carica sei mesi. Quello attuale scadrà a dicembre. Previste una segreteria e un’area comunicazione. I ragazzi, in particolare, hanno ipotizzato che questa debba lavorare tanto come un luogo di informazione quanto di ascolto, nell’ottica della promozione dei diritti della Convenzione Onu su infanzia e adolescenza.