Scuola inclusiva è offrire spazio e ascolto a ogni ragazzo
Per costruire un futuro di pace – e oggi ce n’è un grande bisogno – è essenziale che sin da bambini si apprenda a condividere. L’educazione è una risorsa straordinaria per imparare a rispettare l’altro, entrarci in empatia e coinvolgerlo.
Quando si parla di educazione inclusiva a scuola di solito si fa riferimento a interventi che eliminino ogni tipo di barriera: da quelle architettoniche e quella della lingua. Tuttavia, se ci si ferma al superamento degli ostacoli ‘materiali’, non si lavora veramente per un’inclusione reale. Dobbiamo domandarci, infatti, cosa vogliamo intendere con il termine inclusione: la sola possibilità di accedere alle lezioni o anche un’effettiva partecipazione da parte di tutti, senza distinzioni?
Una scuola davvero inclusiva è quella che permette a ogni ragazzo di trovare il proprio spazio come persona e di riuscire a esprimersi liberamente. Ce lo hanno detto anche gli studenti: all’interno delle aule scolastiche devono esserci più spazio e tempo per il dialogo. Ed è proprio dall’ascolto dei bisogni di ciascuno – che sia persona con disabilità, straniera o timida – che passa un’effettiva inclusione.
Non è vero che i ragazzi con disabilità rappresentano un ostacolo alle attività didattiche, mentre tutti possono trarre vantaggio dalla condivisione in classe e dallo scambio reciproco, acquisendo migliori sensibilità, un approccio più empatico e un’accoglienza verso l’altro.
Carla Garlatti