24/07/2024 Notizie
Protezione

Carla Garlatti: “Sì alle nuove norme proposte in materia di tutela dei minorenni online”

Parere dell’Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza su tre Ddl all’esame del Senato che riprendono alcune sollecitazioni di Agia

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha inviato al Presidente dell’8ª Commissione permanente del Senato, Claudio Fazzone, un parere sui disegni di legge all’esame in materia di tutela dei minori nella dimensione digitale (AS 1136, 1160 e 1166).  “Apprezzo l’intento delle iniziative di legge a fronte del rapido evolversi della tecnologia e dei nuovi scenari di rischio”, dice Garlatti.

Il parere si concentra su quattro aspetti: l’età del consenso digitale, l’age verification, la tutela dei baby influencer e il fenomeno dello sharenting. “I disegni di legge, in questi ambiti, vanno nella direzione che ho sollecitato più volte, anche al Presidente del Consiglio dei ministri e riprendono alcune segnalazioni che sono state oggetto negli anni scorsi di un Tavolo con Agcom, Garante privacy e Ministero della giustizia. L’attenzione mostrata dal legislatore è certamente apprezzabile, con alcune modifiche che ho suggerito nel parere. Resta in ogni caso fondamentale una vasta opera di educazione e sensibilizzazione al digitale”, aggiunge Garlatti.

Consenso digitale da 14 a 16 anni

L'Autorità concorda pienamente con la proposta di innalzamento da 14 a 16 anni dell’età minima per prestare il consenso al trattamento dei dati personali da parte dei provider di servizi online contenuta nei disegni di legge AS 1136 e 1160. “I diritti di ascolto, partecipazione, espressione e quello di essere parte della vita culturale e artistica del Paese devono dar vita a una ‘partecipazione leggera’ da parte dei minorenni. In altre parole, una partecipazione non gravata da pesi e responsabilità che competono a genitori e alle agenzie educative”.

La verifica dell’età

Quanto all’age verification l’Autorità, che da parte sua ha da tempo suggerito l’introduzione di una soluzione analoga allo Spid, ha espresso apprezzamento per la disposizione che assegna ad Agcom la determinazione delle modalità tecniche che i fornitori devono adottare per accertare l’età degli utenti. Dall’Autorità garante si esprime apprezzamento anche per l’estensione del divieto di accesso previsto per immagini e video pornografici anche ad altri contenuti potenzialmente lesivi, come istigazione all’odio, alla violenza e ad altre pratiche dannose. “Ho chiesto una sola precisazione – sottolinea Garlatti – di non vincolare l’attivazione di questo divieto a un numero di accessi minimo, peraltro non previsto dal Digital Service Act. Anche un solo accesso mensile andrebbe evitato”.

Le tutele per i baby influencer

L’Autorità garante plaude alla disciplina prevista dai Ddl 1136 e 1160 sull’estensione ai baby influencer delle norme in tema di lavoro minorile nell’ambito dello spettacolo e della pubblicità, come più volte richiesto dall’Autorità garante. Positivo anche il vincolo che ogni profitto ricavato dalle attività – anche se di lieve entità secondo Garlatti e non sopra una soglia come invece propongono i due Ddl – sia versato su un conto vincolato, intestato al minorenne e utilizzabile solo in casi eccezionali su autorizzazione dell’autorità giudiziaria. “È infine apprezzabile la previsione, suggerita tra l’altro anche dall’Agia, della legittimazione di chi ha compiuto 14 anni a chiedere autonomamente ai provider, senza l’intervento dei genitori, la rimozione dei contenuti online, in analogia con la legge sul cyberbullismo”.

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