Giornata del fiocchetto lilla, Garlatti: “Preoccupa l'aumento dei casi tra giovanissimi”
Campagna social della Consulta delle ragazze e dei ragazzi. L’Autorità garante: “Troppe differenze territoriali nella distribuzione dei servizi”
Sui disturbi del comportamento alimentare (DCA) l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza dà la parola alle ragazze e ai ragazzi della sua Consulta: “Non è un numero sulla bilancia a definirti. Ascolta le tue emozioni” è l’invito che rivolgono oggi, in occasione della Giornata nazionale del fiocchetto lilla, ai loro coetanei con una campagna social per aiutarli ad amarsi.
“Leggo dalla stampa di un costante aumento del 20% annuo dei disturbi della nutrizione tra i 10 e i 13 anni. Anoressia, bulimia, binge eating affliggono, secondo l’Istituto superiore di sanità, oltre tre milioni di persone, di cui il 60% ha tra i 13 e i 25 anni e, aspetto davvero allarmante, il 6% ha meno di 12 anni” dice l’Autorità garante Carla Garlatti.
“Ho apprezzato che i ragazzi e le ragazze della Consulta non siano rimasti indifferenti di fronte ai disturbi del comportamento alimentare. Anzi, che siano stati loro a proporre di parlarne. Hanno riflettuto sul tema per tutto marzo - anche con il supporto della responsabile dell’unità operativa sui DCA dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma Valeria Zanna - e hanno ideato la campagna social” prosegue Garlatti. Il post è caratterizzato dall’immagine stilizzata di una ragazza che si abbraccia: “Non bastano a chi soffre gli abbracci di un genitore, di un amico o di un’amica – aggiunge Garlatti - serve innanzitutto che impari ad amarsi”.
“L’abbassamento dell’età dell’insorgenza, che riguarda anche bambini e bambine, può produrre conseguenze gravi nel corpo e nella mente. La stessa Società italiana di neuropsichiatria infantile ha ricordato che l’identificazione e l’intervento tempestivo e multidisciplinare sono decisivi per una prognosi efficace. Per questo è importante una diffusione capillare dei servizi assistenziali, che superi le attuali carenze territoriali: la maggior parte dei 135 centri si concentra al Nord. Inoltre, mi colpisce ancor di più apprendere che neanche tre centri su dieci dispongono di una struttura residenziale per la riabilitazione intensiva e che il 40% delle residenze non accoglie i minorenni sotto i 14 anni”.