Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza: i miei primi 90 giorni
Ho assunto la titolarità dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza da circa tre mesi e sono stati giorni di intenso lavoro: di ascolto, innanzitutto, perché i soggetti che a diverso titolo si occupano dei diritti delle persone di minore età sono molti. Tante realtà che fanno capo ad istituzioni, ad associazioni e ad ordini professionali, anche molto diversi fra loro. Tutte realtà impegnate a costruire risposte avendo a cuore bambini e adolescenti. Ciò da una parte ha richiesto un’intensa attività di indagine, non certo esaurita, sullo stato degli interventi a favore di bambini e ragazzi, dall’altra ha permesso di mettere in luce un primo importante punto, cioè la necessità di costruire una rete per dare la giusta forza all’impegno collettivo.
Per questo, tra i primi impegni, ho voluto convocare la Conferenza nazionale di garanzia dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza, composta dai Garanti regionali e delle Provincie autonome, al fine di avviare con loro un confronto sui temi più rilevanti di comune interesse. E anche per questo, sin dall’inizio, ho espresso la necessità di individuare la figura del Garante in ogni Regione italiana. Continuerò a farlo, perché alcune Regioni mancano ancora all’appello.
Successivamente, mi sono attivata per ricostituire la Consulta nazionale delle associazioni e delle organizzazioni preposte alla promozione e alla tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, un organismo permanente di consultazione dell’Autorità che raccoglie i soggetti maggiormente rappresentativi impegnati in attività dedicate a bambini e adolescenti.
Inoltre, ho cominciato ad incontrare tutti i soggetti istituzionali competenti - a diverso titolo e su diversi fronti - in materia di politiche e interventi rivolti alle persone di minore età.
Sono stata chiamata ad esprimere il mio parere in sede di Commissioni parlamentari in ambito di indagini conoscitive e di progetti di legge che coinvolgono, a diverso titolo, i diritti delle persone di minore età (audizioni minori fuori famiglia; adozione e affido; videosorveglianza).
A ridosso di una stagione densa di appuntamenti importanti, come la riforma delle adozioni, la riforma del processo civile con la prospettata eliminazione dei Tribunali per i minorenni e la ridefinizione del sistema di accoglienza rivolto ai minori non accompagnati, ho cominciato a promuovere incontri tecnici e con esperti specificatamente dedicati a questi temi. In attesa dell’approvazione - da parte del Consiglio dei Ministri - del Piano nazionale per l’infanzia, ho inoltre ricevuto e recepito le osservazioni raccolte nel 9° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, redatto dal gruppo CRC, e presentato l’8 giugno di quest’anno.
Molta parte dell’attività propria dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza rientra nella funzione di raccordo tra i diversi attori preposti a regolamentare gli interventi che coinvolgono le persone di minore età. Allo stesso tempo, in qualità di Garante, mi sono espressa su diverse situazioni complesse e spesso drammatiche: dall’accoglienza dei prostituzione minorile, violenza, abuso, bullismo e cyberbullismo; dall’importanza di un’educazione all’affettività e del ruolo della famiglia alla necessità di riattivazione di importanti organismi di supporto alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza.
Difficile tracciare un quadro delle priorità tra tanti temi: una sfida che a tratti sembra impossibile, considerando l’esiguo gruppo di persone e mezzi di cui dispongo. Eppure una sfida professionale e umana entusiasmante.
Allegato: I miei primi 90 giorni
Filomena Albano