Ci vuole coraggio per essere diversi
Ogni persona ha il diritto di fare le sue scelte, di vivere la propria sessualità liberamente, senza costrizioni e oltre le categorizzazioni che imbrigliano l’identità in canali stereotipati. È per questo che ai bambini e agli adolescenti deve essere assicurato il massimo sostegno nel percorso di scoperta prima, e costruzione poi, dello loro identità. Questo pensiero mi è venuto ragionando sull’intervento che domani avrei dovuto tenere al Convegno intitolato “Pluralità identitarie tra bioetica e biodiritto” al Centro Congressi Federico II di Napoli. Impegni istituzionali mi obbligano ad essere altrove, ma voglio comunicare le mie riflessioni in materia, in breve.
La differenza spesso fa paura e la paura si può tradurre in discriminazione, violenza, sopraffazione; o nell’indifferenza e negazione da parte delle istituzioni messe alla prova nell’individuare misure universali che possano includere, sostenere, valorizzare le differenze.
In questi tre anni di mandato come Garante ho sempre cercato di intervenire sul “brodo di coltura”, dove si consumano la discriminazione e la violenza (anche quella che non procura segni esteriori, ma che più incide su una bambina, un adolescente). É ancora troppo forte la netta divisione di ruoli e di potere tra uomini e donne, senza lasciare spazio alle differenze, alle sfumature. Siamo tutti coscienti che questa visione passa sotto la pelle fin da piccoli (pensiamo ai giochi o ai colori dei vestiti dei neonati).
Capisco le difficoltà dei genitori che devono relazionarsi con la crescita di figli che si mostrano “diversi” da quello che è percepito come “normale”. Credo che con le famiglie sia necessario costruire percorsi di conoscenza ed approfondimento, scientifici e culturali, che li aiutino a non sentirsi soli, a mettersi in contatto. Per questo è necessario che intorno a loro ci sia una rete di servizi preparata ad accogliere anche le differenze di identità di genere, i percorsi dei bambini o degli adolescenti che maturano consapevolezze altre rispetto alla maggior parte dei loro compagni, e che trovano il coraggio di esternarle, di non reprimerle.
Coraggio, una parola troppo poco frequentata. Coraggio dei bambini e dei ragazzi, coraggio delle famiglie e della cerchia amicale. Vorrei poter parlare anche di coraggio delle istituzioni: il principio della non discriminazione, presente nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, e principio cardine della nostra Costituzione, è inderogabile, inalienabile, non trattabile. Deve solo essere applicato.
L’identità di genere, l’orientamento sessuale non possono essere motivo di alcuna discriminazione, anche e soprattutto, per le persone di minore età. Le Istituzioni non devono essere coraggiose, devono rispettare quanto previsto dalla legge.
É fondamentale coltivare nelle famiglie, nella società, nella scuola, la capacità reale di riconoscere, accettare, sostenere e accompagnare i bambini nel loro percorso, sviluppare gli anticorpi contro ogni forma di negazione o di repressione di chi si è e di cosa si vuole. La scoperta dell’identità non è un percorso lineare, è fatto di passi, dubbi, domande. Si nutre anche del contesto che circonda il bambino.
Quello di cui abbiamo urgente bisogno, quindi, è che ci sia un’adeguata ed approfondita formazione delle figure professionali che si interfacciano con i bambini e gli adolescenti (dai pediatri ai medici, dai servizi socio-sanitari agli insegnati, compresi quelli della scuola materna) affinché possano guidare le persone di minore età nel loro percorso e sostenere le famiglie. E che la scuola avvii percorsi di educazione alla sessualità, che non può essere limitata ai soli problemi di salute o riproduttivi, ma deve essere inserita nel quadro completo del rispetto delle differenze e della dignità umana, che parli di orientamento sessuale e identità di genere, di fiducia in se stessi, di relazioni sociali e di consenso, modulando gli interventi per fascia d’età. Parlare anche ai più piccoli si può. Ce lo ha dimostrato, ad esempio, il Consiglio d’Europa con le sue campagne.
Ecco cosa avrei detto se fossi andato al prezioso Convegno di domani a Napoli. Ecco cosa penso del significato profondo delle parole bioetica&biodiritto.
Vincenzo Spadafora