Non esistono diritti minori
Giovanni. Alessandra. Gabriele. Yamila. Ferdinando. Abdul. Josè. Letizia. Alessio. Irina. Axel. Ester. Giorgio. Sarah. Elisa. Djabu. Oleg. Astrid. Angelo. Alan. Abdolaye. Norma. Francesco. Alessandro. Ilaria. Benedetta. Emanuele. Hamza. Conny. Laura. Tommaso. Elisa. Nicolò. Francesco. Beatrice. Adelyas. Teresa. Benedetta. Cristina. Marta. Francesco. Raffaele. Carlo. Leonardo. Valentina. Ilaria. Stefania. Cecilia. Chiara. Ludovico. Lorenzo. Amir.
Sono solo alcuni dei nomi dei ragazzi che ho incontrato in questo anno passato, dal 20 novembre 2016 ad oggi, Giornata mondiale dell’infanzia.
Di ognuno di loro ricordo il nome, lo sguardo e le parole che ci siamo scambiati. Le emozioni sono state molte, ma non hanno sopraffatto il contenuto dei nostri incontri.
Ho scoperto, girando l’Italia e l’Europa, nei mille incontri felici, fortunati, con ragazzi e bambini di ogni provenienza e condizione, che le parole con cui ci esprimiamo trovano sempre la strada per arrivare se ci si pone in modalità di ascolto.
Ho ascoltato le loro parole e le ho fatte mie.
Ho portato quelle parole, quei messaggi, quelle richieste ovunque sia stato chiesto un mio intervento. Ho cercato di dare questo significato al mio essere garante dei loro diritti.
L’articolo 12 della Convenzione dei diritti del fanciullo stabilisce che bambini e adolescenti siano ascoltati su tutte le questioni che li riguardano. L’attuazione di questo diritto è quella che più di altri determina il loro passaggio da oggetti a soggetti di diritto.
Considerare i figli, gli studenti, i ragazzi migranti - per fare solo qualche esempio di chi sono i nomi che ho citato - come persone che hanno diritto alla partecipazione alla vita collettiva è per me elemento essenziale per la garanzia dei loro diritti.
Perché non esistono diritti minori e solo questa consapevolezza può guidare questa Autorità.
Non solo oggi, 20 novembre.
Filomena Albano