Sani nel corpo e nella coscienza di sé
Salute dei nostri figli e nipoti. Di chi ha meno di 18 anni.
Ogni volta che si entra in questo territorio, le domande si affollano senza dare tregua. Facciamo abbastanza per garantire loro la salute? Consideriamo il bambino e il ragazzo nella sua interezza, o cerchiamo di curare solo la patologia “evidente”?
Domani a Milano i pediatri italiani si faranno un’altra domanda clou: avremmo potuto prevedere i cambiamenti della nostra professione avvenuti negli ultimi decenni? Che, sintetizzando al massimo e facendo una lista più che sommaria, significa: malattie quasi scomparse a fronte di altre presentatesi; metodologie diagnostiche diverse rispetto a quelle del passato; uso di farmaci per migliorare l’umore o cambiare determinati comportamenti (una grande questione in corso di dibattimento); prevenzione e cure palliative; ricerca, informazione, formazione.
Tre giorni di confronti e riflessioni organizzati dalla Federazione italiana medici pediatri (FIMP) che raccoglie il 90 per cento dei pediatri di famiglia. Inutile negare che la salute dei nostri figli e nipoti è strettamente legata alle politiche sociali, a cominciare dal sostegno delle famiglie. Sappiamo tutti quanto siano sempre più forti le disparità fra diverse zone d’Italia o classi sociali.
Parafrasando la domanda dei pediatri, noi ci domandiamo: avremmo potuto prevedere una simile crisi di valori e di risorse? Perché, se la congiuntura economica sta piegando le famiglie riducendo anche le spese per la sanità e la prevenzione (come dimostrato dai dati Istat), la crisi di valori e alcune scelte politiche fatte o mancate va a interessare la salvaguardia dei diritti. A cominciare - rimanendo in tema - dal diritto ad essere assistiti e curati, dovunque e comunque. In poche parole: pari opportunità d’accesso ai servizi sanitari, da Bolzano a Siracusa. E pari opportunità per qualsiasi minore arrivi sul nostro territorio (le migliaia di minorenni non accompagnati sbarcati sulle nostre coste dopo devastanti viaggi della speranza).
E’ sempre più importante una promozione alla salute, che deve passare dallo Stato e dalle sue scelte politiche, lasciando alle associazioni e al volontariato ruoli di completamento, e mai di sostituzione della cosa pubblica.
La cronaca spesso ci offre resoconti crudeli di maltrattamenti e violenze a danno di minorenni: per affrontare casi del genere, i pediatri e il personale sociosanitario necessitano di una formazione ad hoc, formazione che deve essere garantita.
Un medico, e in particolare un pediatra di famiglia, deve essere tutore della salute del suo giovane paziente, intesa come benessere psico-fisico.
Come Authority puntiamo alla definizione e applicazione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEP) su tutto il territorio nazionale. E sosteniamo qualsiasi iniziativa tesa a tutelare i diritti di bambini e adolescenti. Che devono crescere sani nel corpo. Ma anche nella coscienza di sé e della collettività.
Vincenzo Spadafora