07/10/2015 Notizie

"100 Passi" la radio che trasmette dalla casa confiscata al boss

“La mafia uccide, il silenzio pure” è questa la tag-line di Radio 100 Passi, fondata 5 anni fa da Danilo Sulis, amico di Peppino Impastato, attivista e giornalista assassinato dalla mafia di Gaetano Badalamenti nel 1978 a Cinisi in Sicilia.

La radio, che fa parte del network “Rete 100 Passi” comprensivo anche di giornale e tv e che si sta diffondendo in Italia, sarà una delle 8 redazioni di partenza di “Sarai”, la radio ufficiale dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.

Nata sulla scia di Radio Aut, voluta da Peppino Impastato, ha iniziato il proprio percorso, riscuotendo le ormai vecchie realtà che avevano partecipato alle lotte degli anni giovanili, nella casa di Peppino, il 5 gennaio, il giorno del suo compleanno. “Io alle commemorazioni non vado. Abbiamo deciso di festeggiare i compleanni” ci ha detto Danilo Sulis.

Un percorso ad ostacoli difficile e tortuoso. “Abbiamo ricevuto 9 atti intimidatori alla nostra prima sede di Palermo – ha raccontato Sulis - Era un quartiere ad alta densità mafiosa. Ma con il nostro arrivo, la criminalità stava perdendo il controllo. Creammo un asilo, un laboratorio pediatrico, una biblioteca, arrivò Emergency. E spesso iniziavano a venire in radio anche i ragazzi del quartiere. Imparavano un mestiere, ma se li incontravi fuori, a volte non ti salutavano nemmeno, per paura di perdere il rispetto. Poi fummo costretti ad allontanarci”.

Ma Radio 100 Passi non si è mai fermata, anzi. Il 9 maggio del 2014 la radio ha iniziato a trasmettere anche dalla casa confiscata a Tano Seduto, Gaetano Badalamenti, proprio a 100 passi dalla casa della famiglia Impastato, oggi sede del museo Casa Memoria.

Ed i progetti non finiscono qui. Da poche settimane Danilo ha lanciato su change.org una petizione affinché venga proibita la diffusione e la produzione di “prodotti e gadget che richiamando simboli di mafia diffondono la cultura dell’illegalità”. La campagna “Io non sono mafioso” è stata voluta a seguito di un caso molto particolare. “Scoprimmo che in Austria c’era una paninoteca che si chiamava Don Panino e vendeva il “Panino Falcone” nella cui descrizione recitava: esplosivo come la bomba che lo fece saltare in aria. L’abbiamo fatta chiudere”.

Ancora tanto altro, dal Progetto Onda d’Urto, con la creazione di tre corsi di formazione per chi ambisce a lavorare in radio, fino alla nascita delle community Radio sparse in Italia. Infine “Sarai Tenns Digital Radio” con l’Autorità Garante.

“Questa è la prima cosa che facciamo con un ente pubblico” ha confidato Sulis. Cosa vi ha convinto a partecipare a Sarai? “Per assurdo ho sempre trovato 60enni con entusiasmo mentre 18enni disinteressati. Qui invece c’è una grande sinergia, ci sono tanti giovani con voglia di utilizzare lo strumento radio per fare del bene”.

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