Agia: “Sostenere i minori non accompagnati anche dopo i 18 anni”
Arrivati alla maggiore età i minori stranieri non accompagnati possono trovarsi nella condizione di aver bisogno di sostegno per completare il percorso di inserimento sociale avviato quando erano under 18. La legge prevede che, anche su richiesta dei servizi sociali, i tribunali per i minorenni possano disporre il prolungamento del supporto ai neomaggiorenni, comunque non oltre i 21 anni. Perché ciò avvenga è necessario che le nuove misure di accompagnamento verso la maggiore età – previste dall’articolo 13 della legge 47/2017 – siano sostenute da comuni, tribunali e assistenti sociali.
A questo fine l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano ha scritto tre distinte note al presidente dell’Associazione dei comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, ai presidenti dei tribunali per i minorenni e al Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas). La Garante ha chiesto, in particolare, all’Anci di sensibilizzare i comuni anche attraverso un’opera di informazione nei confronti dei servizi sociali. Analoga richiesta è stata rivolta ai presidenti dei tribunali dei minorenni verso i soggetti che sono deputati ad attivare la procedura. Infine la Garante Albano ha fatto appello al Cnoas perché sostenga l’informazione e la formazione degli assistenti sociali impegnati nella procedura.
“A 18 anni nessuno è adulto, a volte si ha bisogno di più tempo”, ha ricordato Albano, citando una frase contenuta nella pubblicazione “In viaggio verso il nostro futuro” del Care Leavers Network, la rete nazionale dei ragazzi cresciuti fuori famiglia. “Attuare la norma sul prolungamento del sostegno è essenziale”, afferma la Garante. “I minori stranieri non accompagnati arrivano nel nostro Paese prossimi alla maggiore età e privi di una figura adulta di riferimento, e per tale ragione non riescono a completare il percorso verso l’autonomia entro il compimento dei 18 anni. Si tratta dunque di neomaggiorenni particolarmente vulnerabili che, senza un supporto prolungato, rischiano di non inserirsi adeguatamente nel contesto sociale”.