Capire l'affidamento dei minorenni ai servizi sociali per migliorarlo
La Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha affrontato oggi a Roma la delicata questione dell’affidamento dei minorenni al Servizio sociale e del rapporto tra Servizi sociali e Autorità giudiziaria. L'affidamento, previsto nella legge istitutiva del Tribunale per i minorenni, è infatti un istituto giuridico poco connotato in termini di funzioni che lascia, quindi, ampi spazi di interpretazione e di applicazione alle istituzioni e agli operatori dei servizi che si occupano della cura e della protezione dei minorenni, spesso generando conflitti interpretativi e applicativi.
Il tema è stato analizzato nel corso del Convegno “L’affidamento al servizio sociale”, nato dall'esigenza di riflettere e di incontrarsi per discutere i risultati di una ricerca scientifica, promossa dai Garanti regionali del Veneto, dell'Emilia Romagna, del Lazio e della Toscana, sull’interpretazione e diffusione dell’istituto giuridico dell'affidamento e le prassi applicative dei servizi territoriali. Il Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Franca Biondelli, ha avviato i lavori, ricordando l'importanza dell'ascolto per affrontare tematiche complesse. Tematiche che necessitano di un confronto con tutti i soggetti coinvolti, al fine di tutelare le fasce più deboli della popolazione.
Tutti i presenti si sono trovati d'accordo nel definire i dati emersi dalla ricerca impressionanti, in quanto si parla di affidamento in bianco, cioè senza dati. I servizi sociali vengono visti come dei controllori, non come aiuti. Purtroppo manca una corretta comunicazione, anche con i mass-media. Quest'ultimi lanciano messaggi spesso distorti e negativi. Bisogna partire dall'aiuto alle famiglie, perché non sono sempre perfette. Bisogna accettare le fragilità della nostra società e lavorare insieme per migliorarla. Indispensabile l'accompagnamento; mettersi a fianco delle persone in difficoltà. Se non c'è la visibilità, i bambini spariscono nel sistema. È importante uniformarlo, creare una banca dati nazionale.
Bisogna proseguire nella ricerca per comprendere la complessità dei bisogni dei più piccoli, per agire e tutelare, così, il loro interesse. Il dovere delle Istituzioni è quello di rendere effettivi i diritti dei minorenni. Come ha dichiarato il Garante nazionale, bisogna avviare una rivoluzione culturale e politica. "Ci occupiamo di cose che non vengono riconosciute prioritarie nel mondo politico. Speriamo che queste istanze si trasformino in qualcosa di concreto. Nel nostro Paese - ha sottolineato Spadafora - il sistema di protezione e tutela dei bambini realizzato dai Servizi sociali poggia saldamente sul sistema giudiziario. Se questo intreccio garantisce vantaggi in termini di garanzie, per altri aspetti affatica il sistema con alcune debolezze: il rispetto delle procedure e della formalità dei riti, i tempi lunghi, la frammentazione delle competenze tra organi diversi, la scarsa specializzazione di alcuni di questi organi, la diversità dei linguaggi specializzati e, infine, i costi di difesa che ogni intervento giudiziario comporta. Serve una riformulazione di questo intreccio, una ridefinizione e puntualizzazione delle reciproche responsabilità e funzioni. A partire da una precisa definizione normativa dell'istituto dell'affidamento al servizio sociale e dalla specializzazione dei soggetti coinvolti attraverso una formazione obbligatoria e continua. Le debolezze individuate in questo ambito possono e dovranno diventare i punti di forza di una proposta di riforma della giustizia minorile".