Decreto scuola: didattica online non sostituisca insegnamento in classe
“La didattica a distanza non può sostituire totalmente l’insegnamento in presenza: acuisce le differenze sociali e non risponde alla fondamentale esigenza di socializzazione di bambini e ragazzi. In ogni caso nella didattica a distanza vanno garantite pari opportunità di accesso in tutta Italia, fornendo dispositivi, connessioni e materiali”. Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sintetizza così il parere sul disegno di legge di conversione del “decreto scuola” inviato oggi alla commissione Istruzione del Senato, nell’ambito delle audizioni in sede di Ufficio di presidenza.
Rispetto poi ai tempi di riapertura, Filomena Albano evidenzia che le scuole di ogni ordine e grado, comprese quelle dell’infanzia, dovrebbero essere in grado di ripartire non appena il quadro epidemiologico lo consentirà e comunque non oltre settembre,in maniera uniforme sul territorio nazionale. “L’attuale situazione di incertezza – afferma - è causa di ansia crescente tra bambini e ragazzi. Per questo motivo è auspicabile che le decisioni relative al completamento dell’anno scolastico in corso e all’avvio del nuovo siano assunte senza ulteriori indugi”.
Alla ripresa delle attività scolastiche tre sono i temi che, secondo l’Autorità garante, dovranno essere necessariamente affrontati. In primo luogo, garantire che la ripresa avvenga in condizioni di sicurezza, con un percorso a tappe che assicuri il diritto alla didattica in presenza e alla continuità della relazione con i compagni e i docenti. L’eventuale integrazione e recupero per gli studenti che ne avessero bisogno o per quelli in povertà educativa, poi, dovrebbe avvenire in tempi differenti rispetto a quelli dedicati alla didattica ordinaria. Va posta particolare attenzione, infine, ai bambini e ragazzi portatori di bisogni speciali, a quelli con disabilità o in condizione di povertà o di marginalità sociale.
“Bambini e ragazzi – coglie l’occasione di ricordare la Garante – hanno urgente necessità di tornare a socializzare e a vivere nel modo più sereno possibile la loro età, giocando all’aria aperta, facendo attività sportiva e sperimentando la musica e altre attività artistiche. In momenti difficili come questi è importante investire anche sul fare comunità, rivitalizzando le reti del territorio che coinvolgono terzo settore, comitati di cittadini e volontariato, per offrire ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie attività ludiche, ricreative e motorie, in raccordo e coordinamento tra Governo centrale, regioni e comuni. È fondamentale valorizzare processi e percorsi virtuosi di solidarietà”.