Carla Garlatti: “Lavorare per un’eguaglianza sostenibile in chiave intergenerazionale”
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza è intervenuta al convegno di alti studi amministrativi “Transizione ecologica, innovazione digitale e inclusione sociale: la realizzazione del Next Generation Eu”
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, è intervenuta oggi pomeriggio a Varenna (Lecco) al convegno di alti studi amministrativi sul tema “Transizione ecologica, innovazione digitale e inclusione sociale: la realizzazione del Next Generation Eu”, promosso dalla Corte dei conti e dalla Provincia di Lecco sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica. Aprendo la sessione finale della giornata Garlatti ha parlato di “Misure di inclusione e pari opportunità alla luce del principio di eguaglianza sostanziale”.
L’intervento ha preso le mosse dalla constatazione che la pandemia ha accentuato le disparità, allungando il percorso da compiere verso l’eguaglianza sostanziale. Un impatto che si è manifestato su diversi diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: quelli all’educazione e all’istruzione (articoli 28, 29 della Convenzione di New York), al gioco e al tempo libero (articolo 31) e alla salute (articolo 24).
Le risposte ai divari da Pnrr e Piano infanzia
Una risposta a questi divari può arrivare dal Pnrr in combinazione con il cosiddetto Piano infanzia. Perseguire l’eguaglianza sostanziale richiede una responsabilità da parte delle istituzioni, analoga a quella genitoriale nella cura dei figli, che risponde ai doveri costituzionali di solidarietà politica, economica e sociale. Ma, secondo Garlatti, quella che si dovrebbe perseguire è un’eguaglianza “sostenibile” sul piano intergenerazionale. “Ciò significa – spiega – che le politiche e le misure previste e da realizzare devono essere capaci di guardare al futuro senza che siano compromessi i diritti e i bisogni delle nuove generazioni”.
In un Paese nel quale cresce la povertà assoluta dei minorenni e sussistono differenze territoriali e sociali è indispensabile intervenire attraverso l’introduzione di livelli essenziali delle prestazioni per asili nido e mense, di misure contro la povertà assoluta ed educativa, di iniziative per colmare il divario digitale e di interventi a favore del gioco e dello sport.
Co-progettazione e monitoraggio
Però perché misure e interventi abbiano una reale rispondenza ai bisogni, e siano condivisi responsabilmente, richiedono partecipazione dal basso dei destinatari, in primis degli stessi minorenni, che vanno ascoltati e le cui esigenze vanno tenute in adeguata considerazione. Esistono gli strumenti giuridici perché ciò avvenga: dalla co-progettazione ai patti di comunità. Allo stesso modo perché le politiche volte alla concreta realizzazione dell’eguaglianza sostanziale siano efficaci e anche efficienti è fondamentale introdurre sistemi di monitoraggio e valutazione. Metodologie che – per quanto riguarda infanzia e adolescenza – devono far ricorso a Cria e Crie, da affiancare a quelle già introdotte nel nostro ordinamento, per valutare l’impatto delle iniziative sull’infanzia. Con Cria e Crie si intendono due strumenti di valutazione dell’impatto che una misura, una disposizione o una decisione (politica, amministrativa, di bilancio) producono sui diritti dei minorenni. In particolare, la Cria (Child rights impact assessment) si riferisce a una valutazione precedente all’adozione, mentre la Crie (Child rights impact evaluation) fa riferimento un’analisi delle ricadute che derivano dall’attuazione.