Giornata Infanzia: parliamo di povertà per debellarla
Siamo al 33esimo posto nella classifica Ocse che registra il numero dei minorenni in stato di povertà. Trentatré su quarantuno. A ricordare questo dato allarmante è stata Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento durante il Convegno promosso dalla Commissione parlamentare per l'infanzia, il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dal titolo "Tra vecchie e nuove povertà: i minori in Italia a 25 anni dalla Convenzione di New York".
Un momento importante, istituzionale, con una platea folta di chi ogni giorno lavora per migliorare la vita a bambini e ragazzi: operatori, rappresentanti delle associazioni, volontari.
Da tutti i relatori la stessa richiesta: più attenzione per i bisogni di chi ha meno di 18, più impegno a garantirne i diritti e più risorse.
Vincenzo Spadafora: "E’ stata una scelta saggia dedicare questo incontro alla povertà minorile. Il dato che più mi ha colpito tra quelli emersi, è che la crescita della povertà minorile registrata ci porta indietro di otto anni. Come se il Paese non avesse fatto progressi economici. Se gli interventi fatti fossero stati giusti o sufficienti, noi non avremmo un dato che ci dice che siamo tornati otto anni indietro”.
Impoverimento che è anche culturale: la dispersione scolastica ha toccato il 17 per cento, mentre solo 16 ragazzi su 100 nati nel Sud Italia sono entrati in un museo.
La sfida dunque è anche educativa, negli ultimi due decenni c’è stato un impoverimento etico e culturale. Per uscire dallo stallo attuale occorre una strategia comune, un piano d’intervento con una cabina regia. Il Garante ha sottolineato come una vera politica sull’infanzia debba intrecciarsi con quella del Paese: “Parlare di bambini e adolescenti significa mettere a fuoco l'intreccio con i temi di politica economica, con i problemi legati a lavoro, previdenza, interventi fiscali, scuola, servizi di base. Girando per l'Italia ho sentito la sfiducia dei ragazzi, consci delle diversità di opportunità che hanno. E questa mancanza di diritto di uguaglianza è il fallimento delle politiche sociali del passato. Finora abbiamo assistito a proposte che duravano il tempo di quel governo e poi venivano ripensate, cancellate, cambiate. Manca da troppo tempo cioè una politica a lungo termine sul tema della povertà".