Il curatore del minore: formazione, ascolto e rete
All’interno della classe forense, sempre più persone sono chiamate a esercitare il ruolo di curatori delle persone di minore età. Una figura professionale che può avere funzioni di rappresentanza, assistenza o amministrazione del patrimonio del minorenne e che diventa necessaria quando quest’ultimo si trova in una situazione di conflitto di interessi, anche potenziale, con i suoi rappresentanti legali, che siano i genitori o il tutore. Con il crescere del ricorso a questa figura, cresce anche l’esigenza di una formazione adeguata e di una rete multidisciplinare di professionisti a cui poter fare riferimento nell’esercizio delle proprie funzioni, tenendo sempre al centro la persona di minore età, il suo superiore interesse, la sua dignità e il diritto a essere ascoltata nei procedimenti che la riguardano, come previsto dalla Convenzione ONU.
Se ne è parlato la scorsa settimana in occasione della presentazione del lavoro di Maria Giovanna Ruo su ruolo, compiti e responsabilità del curatore del minore, nella sede del Consiglio Nazionale Forense. Il libro, che si presenta come una guida operativa, rappresenta un importante contributo alla riflessione sul tema del diritto minorile, spesso considerato subalterno al diritto privato e di famiglia.
Il Garante nel suo intervento ha evidenziato la necessità di “potenziare i momenti formativi che gli Ordini professionali o le associazioni forensi organizzano per offrire agli avvocati strumenti e fondamenti di conoscenza ed esperienza utili allo scopo”. Ha, inoltre, sottolineato “l’importanza data all’incontro personale con il minorenne e al saper ascoltare al fine di agire in una prospettiva multidisciplinare”. Purtroppo – ha ricordato il Garante - le segnalazioni che ci arrivano ci rimandano spesso a una realtà di tanti operatori isolati, a volte lasciati soli, altre volte incapaci di, o refrattari a, mettersi in rete”.