08/10/2015 Notizie

Non lasciare sole le famiglie che adottano disabili

Secondo il Dipartimento di Giustizia Minorile, nel 2014 trecento minori con disabilità fisiche o intellettive erano in attesa di essere adottati. Di questi 62 hanno meno di dieci anni, mentre 137 ne hanno più di 15: la maggior parte di loro arriva alla maggiore età avendo trascorso tutta la loro vita in istituti o in case famiglia. Sono pochi, infatti, i genitori che scelgono di accogliere bambini con handicap. Chi, al contrario, decide di intraprendere questo percorso resta spesso solo a far fronte alle difficoltà che una adozione di questo tipo può comportare.

"Adottare è sempre una scelta coraggiosa, lo è ancora di più quando il bambino ha delle problematiche, come può essere una disabilità", afferma il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza Vincenzo Spadafora. "Non credo che sentimenti come il coraggio e la generosità si possano incentivare, però la legge sulle adozioni prevede che le coppie che danno disponibilità ad adottare un minore con difficoltà abbiano una 'corsia preferenziale', ma è importante anche che siano realmente sostenute. Creare una rete di servizi specializzati sulla quale le famiglie possano contare, contribuirebbe a rinforzare scelte di questo tipo".

Uno strumento per accelerare le adozioni dei minori con disabilità e per trovare in tempi brevi la famiglia adatta alle loro particolari esigenze è la Banca dati delle adozioni, prevista dall'articolo 40 della legge 149/2001. È stata attivata solo nel 2013 ma ancora non è operativa: "Conoscere i numeri, in quasi tutti i campi che riguardano l'infanzia, è il primo passaggio per intraprendere politiche adeguate. Per questo è indispensabile implementare i sistemi di rilevazione in atto. Abbiamo manifestato questa necessità più volte. La Banca dati non è ancora funzionante in tutti i 29 tribunali per minorenni perché questi ultimi non sono ancora dotati di uno stesso sistema informatico. I dati che attualmente si raccolgono, con modalità sia informatica che manuale, sono quindi ancora parziali", spiega il Garante.

Per Spadafora è poi importante accompagnare le famiglie nel percorso che le porterà a diventare genitori. "Troppo spesso chi adotta resta solo a causa della diffusa carenza di risorse nei servizi sociali. I genitori vanno invece formati nel tempo, a partire dal momento in cui danno la disponibilità all'adozione. Questa azione può avere oltretutto una forte valenza preventiva, anche per limitare ed evitare i fallimenti adottivi che a volte si verificano e che sono esperienze traumatizzanti per il minorenne costretto a vivere un ulteriore abbandono"

Le associazioni che si occupano di adozioni e affidamenti riunite nel Tavolo nazionale affido hanno più volte chiesto al governo sostegni economici per chi adotta minori con disabilità. Una richiesta che trova l'appoggio del Garante: "E' indubbio che tutte le famiglie con un bambino portatore di bisogni speciali vadano supportate nell'affrontare la responsabilità di una quotidianità complessa, assicurando loro aiuti nella cura e nell'assistenza".

© Copyright Redattore Sociale/Maria Gabriella Lanza

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