27/10/2021 Notizie
Istituzione

Riforma giustizia, Garlatti: "Si mantiene giudice collegiale per imprese ma non per minori"

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in audizione alla Camera sull’istituzione del tribunale per la famiglia. Rinnovata la richiesta di recuperare collegialità e multidisciplinarietà nei riti minorili.

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, sentita questa mattina in audizione dalla II commissione della Camera dei deputati sulla proposta di riforma che prevede l’introduzione del tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, ha manifestato forte preoccupazione circa l’attribuzione a un giudice unico di cause particolarmente delicate che coinvolgono direttamente la vita di bambini e ragazzi, come gli allontanamenti dalla famiglia di origine. 

Si lascia da solo il giudice a decidere, senza la possibilità di confrontarsi con altri magistrati, togati e onorari. Viene meno infatti la collegialità, che invece continua ad essere assicurata, ad esempio, nelle cause civili che riguardano le imprese: forse i diritti dei bambini e dei ragazzi sono meno importanti?”. “Né si può ritenere - aggiunge l’Autorità garante - che questo aspetto possa essere recuperato in appello, perché non si può pensare che tutti i processi siano oggetto di impugnativa e quindi di discussione in secondo grado e poi perché anche in appello mancherebbe la componente onoraria. Inoltre, in ogni caso, la perdita della multidisciplinarietà assicurata oggi dai giudici non togati non si supera con il loro inserimento nell’ufficio del processo, perché i giudici onorari svolgono un ruolo di ausiliario del giudice e non partecipano alla decisione, quindi il loro eventuale apporto finisce per restare lettera morta”. 

Altro nodo sul quale Garlatti ha posto l’accento è quello della videoregistrazione dell’audizione del minorenne. “L’ascolto non deve essere inteso come un interrogatorio finalizzato a trarre elementi da utilizzare in favore o in danno di una o dell’altra parte, ma deve servire a capire come sta il minore e quali sono le sue esigenze. Il minore non va trattato alla stregua di un imputato o di un indagato – conclude l’Autorità garante - né gli si può tenere nascosto che viene videoregistrato, perché bisogna costruire con lui un rapporto di fiducia e di massima trasparenza e lealtà”. 

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