Sea watch 3, l'Autorità garante: “I minorenni a bordo devono sbarcare subito”
“I minorenni presenti a bordo della Sea Watch 3 vanno fatti sbarcare subito”. A ribadirlo è l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, che il 25 gennaio aveva scritto al comandante generale della Guardia Costiera e al ministero dell’Interno per chiedere informazioni sui minorenni a bordo. La Garante rammenta che “il rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione di New York del 1989 passa anche attraverso l’attuazione del divieto di respingimento e la garanzia di un’accoglienza adeguata delle persone di minore età”. Principi questi che trovano fondamento nella Costituzione italiana, nella legge 47 del 2017 in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati e, più in generale, nelle fonti normative internazionali ed europee.
Intervenendo sul caso della nave ancora ferma a largo di Siracusa, la Garante ricorda che “nei confronti dei ragazzi che arrivano soli nel nostro paese vige la presunzione di minore età, che può essere superata solo in presenza di fondati dubbi e sulla base di una procedura che viene attivata su impulso dell’autorità giudiziaria ed è disciplinata dalla legge”.
“La Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – sottolinea la Garante Albano - è stata ratificata dall’Italia nel 1991 e prevede che gli Stati si impegnino a rispettare i diritti in essa enunciati e a garantirli a ogni minorenne, senza distinzione e a prescindere da origine nazionale, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o altro. In questa vicenda, in particolare, sono in gioco i diritti all’uguaglianza, alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla famiglia, all’educazione e alla salute. Quando parlo di accoglienza adeguata faccio riferimento a identificazione, ascolto, nomina del tutore, eventuale ricongiungimento familiare e inclusione. La particolare condizione di vulnerabilità dei minorenni presenti a bordo della nave che attualmente si trova di fronte alle nostre coste impone dunque all’Italia di mettere in moto, senza ulteriori indugi, le procedure di prima accoglienza, nel rispetto della normativa interna e di quella internazionale”.