Smettiamo di chiamare l'azzardo un gioco!
Centinaia di migliaia di italiani ogni giorno contribuiscono in maniera decisiva ad un solo obiettivo: salvare il nostro Paese da una procedura per deficit eccessivo a Bruxelles. Lo fanno giocando alle slot machine e alle videolotterie che nel 2013, come più o meno lo scorso anno, hanno reso allo Stato 4,3 miliardi di euro di entrate (fonte Agenzia delle Dogane e Monopoli di Stato). Sono gli avventori dell’azzardo di Stato, un universo basato su un sistema di concessioni pubbliche senza paragoni al mondo, a loro insaputa eroi della crisi finanziaria perché hanno salvato i soldi pubblici. È con questa immagine fortissima (tratta da un articolo di Repubblica) che il Garante Spadafora ha aperto il suo intervento al convegno di Torino su minori e gioco d’azzardo, organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte e dall’Osservatorio sul fenomeno dell’usura.
L’Autorità garante sta seguendo, con grande attenzione e da tempo, il rapporto che esiste fra gioco d’azzardo e adolescenti. Qualche mese fa abbiamo chiesto a centinaia di ragazzi cosa ne pensavano del gioco d’azzardo e molti di loro ci hanno risposto che preferirebbero di gran lunga avere, vicino la propria scuola, spazi culturali, librerie, cinema, luoghi dove ascoltare musica, invece che sale giochi e slot machine (solo per citarne alcune). Dal sondaggio però sono emersi anche segnali di allerta: gli adolescenti, purtroppo, sanno come giocare d'azzardo; prediligono le scommesse sportive tanto che sono i siti sportivi a farli avvicinare; ne vengono a conoscenza per lo più attraverso la pubblicità televisiva.
Ma, «prima di chiedere ai ragazzi di fare attenzione e di fargli capire quanto sia pericoloso l'azzardo, non dovemmo forse chiederci dove sono le vere responsabilità? A fronte degli incassi, lo Stato cosa dà ai cittadini visto che in questi ultimi anni ci sono stati tagli alla scuola, alla sanità, al sociale? Lo Stato chiede ai ragazzi di fare la loro parte, ma ha fatto la sua?» Queste le domande che Spadafora ha rivolto a sé stesso e alla platea. Non senza provare a dare una risposta, tanto semplice quanto disattesa: garantire il diritto al gioco e alle opportunità di svago e socializzazione a tutti i ragazzi anche per combattere l’idea che l'azzardo sia una forma di trasgressione o un modo per arginare la solitudine.