Spose bambine, Filomena Albano: “Ascoltare i segnali a scuola, dare supporto e vie d’uscita”
"No ai matrimoni precoci. Tutte le bambine hanno diritto di vivere serenamente la loro età seguendo uno sviluppo armonico. È un diritto fondamentale e irrinunciabile”. A parlare è Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ascoltata oggi in audizione dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato sulle “spose bambine”. “Contro questo fenomeno inaccettabile – sintetizza la Garante – lo Stato ha il dovere di mettere in atto misure di prevenzione e contrasto. Bisogna acquisire dati e informazioni complete. Occorre promuovere la diffusione di informazioni e azioni di sensibilizzazione, in particolare a scuola. È necessario, infine, attivare e sostenere le reti di aiuto per dare supporto e vie d’uscita alle ragazze, anche attraverso la mediazione interculturale”.
Il ruolo della scuola
“Si tratta di un fenomeno complesso” osserva Filomena Albano. “In attesa di un quadro fedele e completo sulla situazione, è comunque urgente attivare misure di prevenzione e contrasto. Da questo punto di vista un ruolo centrale spetta alla scuola, ambiente che è in grado di intercettare i segnali di situazioni a rischio. Infatti i casi di cronaca hanno dimostrato che in più occasioni le segnalazioni di ‘matrimoni promessi’ e le richieste di aiuto arrivano nelle aule scolastiche grazie a confidenze fatte agli insegnanti o a compagne che poi se ne fanno portavoce”. Esiste una varietà di segnali che devono destare allarme: assenze frequenti e prolungate, improvvisi abbandoni, fidanzamenti nei paesi di origine o rientri repentini. “In questi casi si deve attivare subito un sistema di protezione che coinvolga servizi sociali, istituzioni scolastiche, centri antiviolenza e case rifugio, forze dell’ordine e magistratura”.
Studio sulle seconde generazioni
L’Autorità garante ha analizzato sotto il profilo giuridico e sociale il verificarsi di “matrimoni precoci”. Ha inoltre ricordato l’attivazione a inizio 2018 di un gruppo di lavoro AGIA all’interno della Consulta nazionale delle organizzazioni e associazioni per approfondire il tema dell’integrazione, della partecipazione e dell’inclusione sociale dei minorenni migranti di seconda generazione, con particolare riferimento ai diritti delle bambine e delle ragazze.