Tutori volontari, la Garante Albano: “Attuano il principio di solidarietà sociale”
“Costruire una relazione con i ragazzi che arrivano soli nel nostro paese. Capirne la storia e prendere sulle proprie spalle il peso del loro vissuto. Questo chiediamo ai quasi 4000 cittadini orgogliosi che con grande generosità hanno risposto al nostro appello”. Lo ha detto questa mattina l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, partecipando a Roma al convegno “Minori, stranieri e non accompagnati: le ragioni della tutela”. “E proprio nel ruolo di guida e punto di riferimento sta l’aspetto più innovativo e rivoluzionario della nuova figura introdotta dalla legge 47, perché il tutore volontario non è chiamato soltanto a svolgere pratiche amministrative e burocratiche ma anche e soprattutto a indirizzare il ragazzo nel suo cammino verso l’integrazione e ad accompagnarlo nella realizzazione di un percorso di studio, lavoro e interessi personali”.
La Garante ha quindi sottolineato la necessità di garantire supporto al tutore, prevedendo misure concrete di sostegno e costruendo intorno alla sua figura una rete stabile con tutti gli attori dell’accoglienza, dalle Asl agli Uffici scolastici, dalle Questure e Prefetture ai Servizi sociali e ai Tribunali. E proprio alla magistratura minorile la Garante ha chiesto di farsi protagonista di un cambiamento culturale che porti a nominare in tempi rapidi il tutore e a valorizzare la tutela volontaria: “Occorre affermare con forza la funzione sociale del tutore – ha sottolineato - e riconoscere che nello svolgimento del suo ruolo il tutore attua in concreto e non a parole il principio di solidarietà sociale sancito dalla nostra Costituzione”.