Videogiochi e minorenni, l’Agia: attenzione a chat e acquisti in-app
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) è intervenuta sui videogiochi destinati ai minorenni. L’occasione è stata data da una consultazione pubblica, indetta dall’Agcom, sullo schema di regolamento a tutela delle persone di minore età in materia di classificazione di videogame e opere audiovisive destinate al web all’interno della quale l’Autorità garante ha espresso alcune indicazioni. Un intervento che, secondo Agia, dovrebbe essere tra l’altro ampliato anche alle opere promozionali e pubblicitarie di videogiochi e audiovisivi sul web.
Moderazione e consenso dei genitori
Tra le proposte formulate la necessità di tenere conto, nel valutare se i giochi siano o meno adatti a una determinata fascia di età, la presenza o meno di moderazione nelle chat nel videogame, altrimenti fuori controllo circa i contenuti che potrebbero esservi veicolati. Inoltre l’Agia ha richiamato l’attenzione sulla possibilità per il giocatore minorenne di compiere acquisti, a carattere oneroso, all’interno dei videogame (in-app). In tali casi dovrebbe essere richiesto il consenso del genitore. Tali meccanismi di vendita non dovrebbero comunque richiamare quelli propri dell’azzardo. Tutti questi aspetti dovrebbero poi essere evidenziati nella descrizione del gioco.
Le fasce di età nei videogame
Quanto alla classificazione per fasce di età, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, propone di recepire quella del sistema paneuropeo, il PEGI (3-7-12-16-18 anni), chiedendo pertanto di sostituire – nel testo sottoposto a consultazione pubblica – la dizione “Adatto a tutte le classi di età” con l’espressione “Adatto a partire dai tre anni”, sottolineando così l’inadeguatezza di un utilizzo dei videogiochi fino al compimento del terzo anno di vita.
Classificazione unica per le opere audiovisive
L’Agia ha poi osservato, a proposito del regolamento oggetto di consultazione, che la fruizione dei prodotti audiovisivi – da tenere distinta, nella classificazione, da quella dei videogame – è, ad oggi, multipiattaforma e quindi la valutazione dell’idoneità alla fruizione da parte dei minorenni dovrebbe essere compiuta senza distinguere le opere destinate al web da quelle cinematografiche e audiovisive, come invece fa lo schema di regolamento. Quanto alle fasce di età per classificare unitariamente tutti gli audiovisivi, l’Autorità garante ha formulato una propria proposta: opere per tutti, opere non adatte rispettivamente ai minori di 6, 11, 14 e 18 anni.
La consultazione sul regolamento chiede, infine, se sia opportuno creare una lista di opere “raccomandate” per i minorenni. Tale white list non è vista con favore dall’Autorità garante che, in ogni caso, ha chiesto nell’ipotesi in cui la lista venisse comunque istituita, che prenda quali valori di riferimento quelli desumibili dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza agli articoli 17 e 29.