Orfani di femminicidio. La garante Marina Terragni: “Interroghiamoci sul loro diritto all’oblio”
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza è stata ascoltata questa mattina dalla Commissione parlamentare di inchiesta in un'audizione online
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L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Marina Terragni è stata ascoltata questa mattina dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere.
La legge 4 del 2018 per la tutela degli orfani di crimini domestici secondo la Garante è senza dubbio una buona legge, anche se ci sono punti che meriterebbero di essere rivisti, per esempio la parte del testo in cui si riservano le tutele alle sole situazioni nelle quali c’è una convivenza stabile tra autore e vittima del femminicidio.
Lo scarso accesso alle possibilità offerte dalla legge si deve a qualche farraginosità e a un difetto di informazione ma occorre, secondo Terragni, anche una riflessione sul diritto all’oblio per gli orfani di femminicidio e per gli affidatari: “Mi chiedo se non desiderino rapidamente passare oltre, prima possibile e per quanto possibile. Mi domando se su questo scarso accesso non incida il desiderio di ritrovare, in tempi ragionevoli, qualche forma di normalità per non essere cristallizzati nella posizione di vittima". Esiste anche la necessità di restituire a questi orfani un’immagine accettabile della figura maschile dopo l’esperienza catastrofica di avere visto il proprio padre uccidere la propria madre.
Un altro aspetto sul quale Terragni ha insistito è quello della prevenzione della violenza. Fondamentale intervenire sull’accesso al web e alla pornografia online che dalla Generazione z in avanti forma un’idea della sessualità e dei rapporti tra i sessi come dominio e sopraffazione degli uomini sulle donne.
Quanto, infine, all’educazione all’affettività e alla sessualità, la Garante ha sottolineato la necessità di capire “chi educa gli educatori” e “quali sono le informazioni che vengono fornite ai bambini e alle bambine”.